sexta-feira, 19 de setembro de 2014

I mazzi di carte “pensionato”

Cosa sono i mazzi di carte “pensionato”? Sono tutte quelle carte che, dopo lunghi anni di onesto “lavoro”, non vengono più usate poiché troppo consumate, sia nel materiale, che nelle figure. Spesso sono spiegazzate, hanno orecchie agli angoli, e le figure sono sbiadite dal tempo. Per questo vengono sostituiti da dei mazzi nuovi.
Cosa fare di questi mazzi? Personalmente riservo un trattamento molto speciale ai miei mazzi in pensione. Li custodisco all'interno di una tovaglia ed un sacchetto che ha “riposato” da quando è con me, per poi rimanere chiusi all'interno di un cestino di paglia che apparteneva alla mia nonna Sheyla. È mia abitudine, di tanto in tanto, far visita a questi vecchi mazzi. A volte mi capita anche di usarli ancora, soprattutto quando devo trattare un problema difficile che mi riguarda da vicino. Ogni tanto li spolvero e li pulisco con del borotalco (questo è quello che faccio anche con i mazzi che ancora uso) e li tengo fra le mani. Ho sempre amato coccolare le mie carte, sia quelle in “pensione” che quelle nuove, proprio per il piacere di sentire la loro energia su di me. Mi trasmettono pace, amore, forza. È qualcosa di straordinario. Come potete vedere ho un legame molto forte con le mie carte, siano queste di mazzi in “pensione” che carte che ancora utilizzo per lavorare. Quanto a voi, fate pure come meglio vi sentite. Non dovete seguire le mie orme o quelle di qualcun’altro. Fatevi guidare dal vostro volere.

E che cosa fare di un mazzo di carte rimasto “orfano”? Cosa fare di un mazzo di carte da cui mancano alcune carte? Fortunatamente non succede spesso di ritrovarsi con dei mazzi “orfano”. A me è accaduto una sola volta e devo dire che è un episodio che non dimenticherò mai. Durante un congresso dei malintenzionati hanno fatto sparire la mia carta del Sole (Piccole Lenormand) dal mazzo che avevo lasciato sopra la tovaglia di consulto per recarmi al bagno. Vi confesso che per me fu devastante scoprire il furto. Non tanto per l’atto malvagio nei miei confronti, quello lo superai in un attimo, ma piuttosto per il terribile torto che avevano fatto alle mie carte. Avevano lasciato orfane le altre 35 carte. E ciò era un triste segno, poiché da quel momento non potevano più comunicare. Per noi sarebbe come se dovessimo comunicare con un alfabeto da cui mancano alcune lettere. È impossibile. Le frasi suonano male, risultano prive di senso compiuto, e il linguaggio cambia per noi. Riflettei a lungo su cosa fare con il mio mazzo rimasto “orfano”, infine, a malincuore, decisi di bruciarlo e spargere le sue ceneri sul fiume. Come per i mazzi di carte in “pensione” decidete voi stessi, seguendo il vostro istinto, che cosa fare con loro.  

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Odete Lopes


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